Tromba
marina a Livorno il 19 novembre 1999
A cura di Mauro Giovannoni
La sequenza di fotografie di seguito mostrata si riferisce allo sviluppo di
una tromba marina presso Livorno il giorno 19 novembre 1999 alle ore 7.30.
Le foto sono state scattate da Lorenzo Catania.
Cliccare sulle immagini per vederle ingrandite.
E' di grande interesse osservare la forma estremamente contorta dell'imbuto
nella sua fase di decadimento. La durata
complessiva del fenomeno è stata di 5 minuti. L'autore testimonia come la
corrente ascensionale della tromba marina fosse molto intensa soprattutto
nella fase in cui il vortice era in contatto con l'acqua.
L'ultima foto mostra la nascita di un secondo imbuto alla base della nube
temporalesca. Fortunatamente nessun danno è stato rilevato.
L'evento si è manifestato in un contesto di grande instabilità caratterizzato
dall'alternarsi di schiarite e rovesci di grandine. Tale instabilità si è
manifestata in concomitanza con un'intensa discesa di aria polare. L'intensità
del fronte è testimoniata dalle correnti meridionali che lo precedevano: forti
venti di libeccio con raffiche fino a 125 Km/h hanno interessato la zona fino
a 3-4 ore prima che si formasse la tromba.
La carta al suolo sopra mostrata si riferisce alle ore 00.00 UTC del 19 novembre
1999.
Essa mostra la presenza di un intenso minimo depressionario sul Golfo Ligure,
la discesa di aria fredda da latitudini molto elevate (seguire le isobare
verso N) e il conseguente richiamo di aria temperata che investe direttamente
la costa toscana. Il motivo per cui la zona di Livorno è così frequentemente
battuta da trombe d'aria in quasi tutti i mesi dell'anno è da ricercarsi proprio
in questo tipo di ciclogenesi. L'insorgere di tali depressioni rende solitamente
il contrasto fra le masse d'aria molto intenso anche nei mesi invernali e
primaverili, statisticamente "avari" di trombe d'aria.
Ma tutto questo naturalmente non è sufficiente per spiegare e magari prevedere
lo sviluppo di queste meteore. A tal proposito risulta molto interessante
osservare un secondo fattore.
Questa foto è stata ripresa dal satellite Meteosat 7 nella banda del vapor
d'acqua alle ore 5.30 UTC (quindi un'ora prima della sviluppo dell'idrometeora).
Il particolare fondamentale è la scia più scura che si estende dal Golfo di
Guascogna fino all'Adriatico Settentrionale. Essa segna il punto di passaggio
della corrente a getto, quasi sempre presente nell'alta troposfera
quando si genera un tornado. La corrente a getto potenzia le tempeste: incrementa
drasticamente l'intensità delle correnti ascensionali, amplifica la potenza
di qualunque temporale e rinvigorisce i cicloni tropicali.
Ma di nuovo bisogna sottolineare come neppure l'osservazione concomitante
dei fattori citati sopra può consentire di formulare previsioni attendibili.
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