Tromba
marina al largo di Pescara il 5 novembre 2002
foto e racconto di Kathi Pazienza ed Umberto Pazienza
a cura di Mauro Giovannoni
Giungono ancora foto di
trombe marine. A volte, come in questo caso, mostrano fenomeni abbastanza
intensi. Sembra che moltissime trombe marine abbiano fatto la loro comparsa
dalla fine dell'estate 2002 fino ai primi mesi del 2003 sulle coste dell'Italia.
Le aree più colpite sono il versante adriatico e tutti i mari meridionali.
Addirittura flagellata dai tornado (anche se deboli) la Sicilia che ha sofferto
di una congiuntura persistente di elementi sfavorevoli: infernali i primi
cinque giorni di febbraio con 7 trombe d'aria segnalate (segnalazioni da confermare)
sull'Isola.
La passata stragione invernale, molto perturbata, ha favorito l'insorgere
di trombe marine nelle zone citate. Questo fenomeno non insolito va correllato
con la posizione e lo spostamento delle masse d'aria fredda nella stagione
invernale. In particolare si possono individuare delle aree di intensa attività
posizionate a sud di intense saccature.
Le suggestive fotografie che seguono sono state scattate dal porto-canale
di Pescara il 5 novembre 2002. Come testimoniano Kathi e Umberto l'idrometeora
si trovava a circa mezzo miglio dalla costa in direzione ovviamente Est.
L'approccio scientifico alle trombe marine è necessariamente differente
da quello utilizzato per i tornado. Ovvero con i tornado per certi versi il
lavoro potrebbe essere addirittura più semplice. Misurare parametri
fisici fondamentali quali temperatura, umidità, pressione e velocità
del vento è in linea di massima più semplice sulla terraferma.
La possibilità stessa di muoversi con autovetture e posizionere sul
percorso previsto delle trombe d'aria gli strumenti favorisce senza dubbio
il lavoro. Inoltre le trombe d'acqua sono spesso piccole e di brevissima durata.
Gli avvistamenti annuali nelle Florida Keys sono circa 500. Un numero davvero
molto grande che ha contribuito a fare delle bellisme isole il luogo di ricerca
privilegiato. L'approccio, negli ultimi 50 anni è avvenuto molto spesso
dall'alto. Ossia si è ricorsi all'utilizzo di piccoli aerei per avvicinare
e filmare un gran numero di trombe. Sono stati addirittura lanciati alcuni
razzi dotati di strumentazione meteorologica direttamente negli imbuti.
Veramente molto interessante l'osservazione ripetuta, durante gli avvicinamenti,
di alcune manifestazioni caratteristiche sulla superficie marina e nell'aria.
Vediamo nel dettaglio il ciclo vitale "tipo" di una tromba marina
così come descritto dal dott. Joseph Golden del NOAA. Il ciclo viene
convenzionalmente diviso in 5 fasi, alcune osservabili dalla costa, altre
solo da una posizione sufficientemente rialzata.
1- La
macchia scura. Sull'acqua appare un disco chiaro, prominente, circondato
da un'area scura, di forma indeterminata e dai margini diffusi.
2- I segni a spirale.
Appaiono sulla superficie marina bande spiraleggianti, chiare e scure. Le
bande a spirale si dipartono dalla macchia scura (1).
3- L'anello di spruzzi.
Un denso anello vorticoso di spruzzi d'acqua appare intorno alla macchia scura.
E' presente nell'anello anche un'occhio, simile a quello osservato negli uragani.
4- Il vortice maturo. La tromba marina, ora estesa dalla superficie
fino alle nubi sovrastanti, raggiunge la fase di massima intensità
ed organizzazione. L'imbuto appare spesso cavo, con un involucro caratterizzato
da condenzazione turbolenta. Il vortice di spruzzi risale fino all'altezza
di centinaia di metri, e spesso, muovendosi, crea una scia sull'acqua ed un
treno di onde.
5- Il decadimento. L'imbuto ed il vortice di schiuma e spruzzi cominciano
a dissiparsi allorchè il flusso di aria calda nella tromba diminuisce.
Tali punti fermi sono fondamentali ed il suggerimento è quello di programmare
le osservazioni tenendone ben conto. Tutte le foto di questa pagina si riferiscono
ovviamente alla fase 4.
L'azione congiunta dei forti venti e della depressione creano sulla superficie
marina increspature, onde e dislivelli che vengono percepiti dal nostro occhio
con tonalità di luce differenti. Ovvero offrono diversi tipi di superficie
che rifletteranno la luce incidente in maniera diversa l'uno dall'altro.
Interessante potrebbe essere riprodurre una tromba marina in casa propria
con una ventola montata all'estremità superiore di un barattolo di
vetro ad esempio. Se posizioniamo dell'acqua alla base del contenitore potremmo
sorprendentemente notare (in scala) alcune delle strutture riconosciute.
Per gli amici dell'Abruzzo e delle Marche osserviamo che, anche in concomitanza
di questo evento, era presente una depressione fra il Mar Jonio e la Grecia.
Volendo tentare di prevedere un tromba marina su queste due regioni si può
constatare come la massa di aria fredda, convogliata sull'Adriatico da Est
dall'azione del minimo, sia sufficiente ad innescare i vortici. Discorso differente
va fatto per la Puglia in cui la climatologia dei tornado e delle trombe marine
è molto più complessa e i fenomeni possono presentarsi molto
più intensi.
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