Il
tornado abbattutosi su Vicomero e Trecasali (Parma) l' 8 luglio 2000
A cura di Mauro Giovannoni
Foto di Simone Monica e Davide Frati
In questa pagina mostriamo delle bellissime immagini che documentano buona
parte del ciclo vitale di un tornado che ha interessato la provincia di Parma
il giorno 8 luglio 2000.
Le fotografie sono state scattate da Simone Monica. Un tale spettacolo, come
testimonia il nostro amico meteofilo, lascia un ricordo indelebile e premia
la dedizione allo studio di questa materia affascinante. Personalmente voglio
segnalare il sito di Datameteo di cui Simone è uno dei fondatori. Apprezzerete
sicuramente le previsioni, i servizi e i links utili che il sito offre!
Alla pagina http://www.datameteo.com/eventi/tornadoparma/tornadoparma.htm
del sito troverete inoltre un reportage di questo evento completo anche delle
foto dei molti danni provocati.
Cerchiamo ora
di analizzare l'evento e di porre in evidenza alcuni elementi fondamentali
che hanno contribuito alla formazione della tromba d'aria.
A mio avviso questa sequenza di immagini è del tutto straordinaria. La prima
fotografia risulta poi essere unica perchè evidenzia la struttura della tempesta
in seno alla quale si è formato il tornado. Le prime 9 fotografie sono di
Simone Monica. La foto n° 10 è stata scattata da Davide Frati da Medesano
a 20Km di distanza dal tornado.
Cliccare sulle immagini per vederle ingrandite.
Fig_1 | Fig_2 | |
Fig_3 | Fig_4 | |
Fig_5 | Fig_6 | |
Fig_7 | Fig_8 | |
Fig_9 | Fig_10 |
In tal senso
la Fig_1 è unica fra quelle finora scattate nel nostro Paese.
La mostriamo ora aumentando il contrasto per evidenziare alcuni elementi.
In particolare sono state evidenziate 3 formazioni nuvolose. Il tornado naturalmente
è reso visibile dalla sua caratteristica nube a imbuto in basso.
Si notano poi una Wall Cloud (Nube a Parete)
e una Tail Cloud (Nube a Coda o Coda).
La Nube a Parete con la sua Coda sono il
segno inequivocabile dell'estendersi verso terra del mesociclone di una supercella.
Ovvero è sufficiente l'osservazione di una tale nube per classificare il temporale
come supercella. Occorre precisare che nella maggior parte dei casi la Nube
a Parete può essere osservata senza un tornado alla sua base. Ma essa, essendo
la manifestazione visibile di un mesociclone, può durare per ore e generare
uno o più tornado, anche forti, anche violenti. I tornado F4 e F5 si formano
esclusivamente alla base di una Wall Cloud; la stessa sua presenza è quindi
indice di gravissimo pericolo imminente.
La seguente testimonianza è tratta dalla Gazzetta di Parma del 9 luglio: «Prima
si è alzato il vento e poi abbiamo visto arrivare una nube marrone, gigante
_ racconta una donna ancora spaventata _. Poi si è alzata una colonna di vento,
altissima. Ci siamo chiusi in casa, ma dalla finestra ho visto che lì dopo
duecento metri si è dissolta improvvisamente». Il racconto si riferisce
quasi sicuramente all'osservazione della Wall Cloud (una nube marrone,
gigante) e successivamente del tornado.
Il particolare fondamentale è che la Nube a Parete si forma e ruota molto
al di sotto della base della grande nube temporalesca. Essa si forma per il
sollevamento di una porzione dell'aria fredda deviata dal movimento rotatorio
della supercella verso il lato posteriore del temporale stesso. In pratica
parte dell'aria fredda, invece di dilagare al suolo dietro al temporale, si
infiltra nella corrente ascendente calda e si avvolge a spirale intorno ad
essa venendo spinta di nuovo verso l'alto. Ora, poichè il punto di rugiada
di una massa di aria fredda è inferiore a quello di una massa di aria calda,
l'aria fredda infiltrata condenserà ad una quota altimetrica inferiore formando
dunque una Wall Cloud. La Tail Cloud non è altro che la traccia dell'aria
fredda che si appresta ad entrare nel mesociclone: è per questo che essa si
orienta sempre nella direzione di spostamento del temporale. Per chiarire
il discorso si provi a far riferimento alla seguente figura.
Mi scuso per il disegno non perfetto; spero che sia almeno delucidante. Esso
mostra la parte posteriore di una supercella classica.
Notate l'aria fredda in blu che discendendo compie un giro intorno al temporale
partecipando al moto del mesociclone. Parte di essa viene poi trascinata dall'aria
calda (in rosso) di nuovo verso l'alto e condensa (a quota inferiore rispetto
all'aria calda) formando la Coda e la Nube a Parete. Capirete ora perché è
così importante quella foto.
Qui c'è anche il limite della scienza poiché, mentre si conoscono le cause
della formazione del mesociclone, non è ancora chiarito il meccanismo attraverso
il quale alla base di esso si generano i tornado. L'ultima ipotesi è che le
trombe d'aria si formino per l'attrito della parte inferiore del mesociclone
con il suolo.
Questa immagine radar si riferisce alle 19.12 ora locale (pochi minuti dopo
il dissolvimento del tornado) e mostra la supercella attiva sulla provincia
di Parma. Anche se il luogo è lontano dalla stazione radar si può scorgere
un'eco a uncino. La forma a uncino è dovuta al fatto che le bande di pioggia
si muovono a spirale intorno al mesociclone.
Questa immagine satellitare, presa nel momento dell'osservazione del vortice,
mostra l'eruzione violenta di molti nuclei temporaleschi sulla Pianura Padana.
La supercella appare molto vigorosa, compatta e soprattutto isolata rispetto
agli altri temporali. Notare soprattutto la sottile banda di cielo quasi sereno
sul suo bordo occidentale. Questo è l'effetto dell'aria fredda (mostrata nel
disegno) che, dilagando al suolo dalla parte posteriore, inibisce i moti convettivi
e il conseguente formarsi di nubi. Da notare anche come le incudini vengano
letteralmente spazzate via in direzione WSW-ENE da una potente corrente a
getto.
In questa immagine, presa nella banda del vapor d'acqua 30 minuti dopo la
formazione della tromba, si nota distintamente la violenta corrente a getto
(banda nera) che passando per la Spagna si dirige verso il Golfo Ligure e
l'Italia settentrionale. Qui incontra le parti superiori dei temporali e li
rinvigorisce in maniera esplosiva. Importante notare come un ramo del getto
sia direzionato esattamente contro la supercella che ha prodotto il tornado.
La mia opinione è che la causa della formazione di questa forte tromba d'aria
vada ricercata proprio nella presenza del jet stream.
Per confermare questa ipotesi è utile osservare il radiosondaggio
di Milano delle 12Z.
In questo radiosondaggio si osservano alcuni elementi contrastanti ai fini
della spiegazione della formazione di un tornado. In primo luogo osserviamo
la forte corrente a getto che alla quota di 10.000m assume velocità di 105
nodi. Anche la velocità del vento a 500hpa è sufficientemente elevata. Inoltre
il Lifted Index ha assunto un valore di -4,72 C: non molto basso per produrre
un tornado ma sufficiente per giustificare lo sviluppo di temporali forti.
Di contro l'aria al suolo non era molto umida. Forse però, nelle 5 ore che
intercorrono dal lancio della sonda al formarsi della tromba d'aria l'umidità
potrebbe essere aumentata drasticamente per l'afflusso di aria marittima dal
Golfo Ligure. Ma l'indice SWEAT, forse il più importante nella previsione
dei tornado, non arrivava neanche alla metà della soglia di pericolo (principalmente
per la debolezza del vento a 850hpa).
Tutto questo fa capire come sia difficile prevedere un tornado utilizzando
i criteri testati per decenni negli Stati Uniti. In realtà l'orografia del
nostro Paese rende spesso insufficiente l'applicazione di tali parametri.
Una cosa però è certa: se le condizioni fossero state ancora più sfavorevoli
(favorevoli all'insorgere di tornado) nulla avrebbe impedito alla supercella
e al suo mesociclone di perdurare per ore seminando trombe d'aria e distruzione
anche considerando che nel suo cammino non avrebbe incontrato rilievi per
moltissimi chilometri.
In questi casi naturalmente 2 radar e 3 palloni sonda non sono utili per seguire
un evento di tale portata e allertare la popolazione. Nell'era dell'alta tecnologia
è doveroso, per un paese come l'Italia, dotarsi di una efficente rete radar
diffusa su TUTTO il territorio legata ad un sistema di allarme almeno per
le zone più a rischio.
Del resto se la tecnologia non viene messa al servizio di tutti in modo che
tutti possano comprenderla e usufruirne a cosa serve?
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