Il
tornado abbattutosi su Cividino, Palazzolo sull'Oglio e Capriolo il 3 luglio
1995
Dati, e racconto di Adriano Pasqua
Immagini fornite dal geom. Sala (comune di Palazzolo sull'Oglio)
Carte fornite da Nicola Gelfi
A cura di Mauro Giovannoni
Credo che forse sarà difficile riuscire a trovare foto simili a queste di
un tornado in Italia. L'episodio ha interessato le province di Bergamo e Brescia
nel luglio del 1995.
Un sentito ringraziamento ad Adriano Pasqua che ci ha dato l'opportunità di
vedere queste immagini assolutamente suggestive.
Sebbene in pieno giorno il cielo appare completamente oscurato dal giganteso
cumulonembo della supercella. L'imbuto, grande e turbolento, si orienta nella
direzione di spostamento del temporale (nel caso specifico verso Est). Se
qualcuno fosse in possesso delle carte o delle immagini satellitari di quel
giorno è pregato di inviarle.
Cliccare
sulla foto per vederla ingrandita.
Il tornado si è formato a sud ovest di Palazzolo sull'Oglio, proseguendo
ha toccato la parte sud est di Cividino, ha attraversato il fiume Oglio terminando
la sua corsa a nord di Capriolo.
Dai danni sotto descritti l'episodio potrebbe essere molto importante perché
va classificato come un F3. E' forse quindi uno dei tornado più potenti in
Italia negli ultimi 10 anni. Consiglio a tutti ovviamente di ingrandire le
immagini di questa sequenza unica. Si può apprezzare il vortice, visto da
un punto rialzato, nel pieno della sua potenza, mentre si muove attraverso
il territorio.
Cliccare
sulle foto per vederle ingrandite.
Di seguito potrete leggere la testimonianza di Adriano Pasqua che ha anche
inviato le foto:
"Era una giornata calda e afosa proprio come oggi. Tuttavia nel pomeriggio
la calura andava mitigandosi per folate di vento e nuvole sparse in cielo.
Verso le ore 17 un minaccioso fronte nuvoloso in arrivo da ovest iniziava
ad oscurare il cielo, e si udivano i primi tuoni in lontananza. Sembrava un
banale temporale. Dovevo terminare il mio turno di lavoro alle 17,30, ma visto
l'imminenza del temporale decisi di fermarmi in centrale, eventualmente a
dar manforte al mio collega di lavoro, perchè solitamente in una centrale
elettrica accadono dei fuori servizi con l'approssimarsi del maltempo. E questa
fù la decisione che probabilmente mi salvò la vita, perché il tornado compì
lo stesso tragitto che dovevo fare io per tornare a casa in ciclomotore. Alle
17,35 dopo aver chiuso porte e finestre, si scatenò l'inferno. Divenne praticamente
notte, e un forte rumore si udì, come il rombo di un aereo. Immediatamente
iniziarono ad andare in frantumi le grandi vetrate della centrale. Sassi,
tegole, rami d'albero vi entrarono, la copertura in catrame del tetto veniva
sollevata e sbattuta, tanto che sembrava che un maglio desse colpi furiosi
al tetto. Io e il mio collega eravamo terrorizzati, e non sapevamo dove andare
a ripararci. Il tutto durò circa un minuto, e avendo abbattuto la linea elettrica
causò il fuori servizio generale della centrale. Ripresomi dallo spavento,
iniziai a telefonare a casa mia che dista circa 1 km ma nessuno rispondeva.
Potete immaginarvi il mio stato d'animo. Mi misi in viaggio per cercare di
tornare a casa. Cercare....le strade sembravano un campo di battaglia. Alberi
abbattuti, muri di cinta sbriciolati, tetti scoperchiati. Traffico impazzito,
mezzi di soccorso ovunque che cercavano di farsi largo in un tale pandemonio.
Pensate che impiegai un'ora prima di giungere a casa, con il cuore in gola
imboccai la strada che portava a casa mia. Grazie a Dio vidi subito mia moglie
e i miei familiari che stavano tutti bene. Incredibilmente i danni alla mia
casa erano modesti. Guardai verso la valle del fiume Oglio. Una scena desolante
si parò dinnanzi ai miei occhi: il santuario della Madonna di Cividino da
poco restaurato, con il tetto completamente scoperchiato il muro di cinta
abbattuto, la fitta vegetazione nei dintorni comprese alcune querce secolari
rase al suolo. Era incredibile come il paesaggio fosse mutato completamente.
Ma fù verso Capriolo(bs) dove si registrarono i danni maggiori. Qui infatti
il tornado decise di far visita alla zona industriale. Anche li scene apocalittiche:
un traliccio dell'alta tensione tranciato a metà, autovetture scagliate nei
campi, pesanti container capovolti, gravi danni ai capannoni. Danni per miliardi.
Ancora oggi a distanza di cinque anni il ricordo è indelebile, e nella mia
vita non vorrei più assistere ad un tale evento. Ho voluto raccontare i fatti
sopra descritti visto la ricorrenza dei cinque anni dall'accaduto, per rendervi
partecipi di ciò che ho visto con i miei occhi.
Adriano".
Questa immagine presa nella banda del visibile mostra la situazione circa
2 ore prima del formarsi del tornado. Ringrazio Nicola Gelfi che ha fatto
pervenire così prontamente questa foto. Si nota una intensa discesa di aria
fredda dall'Atlantico e un conseguente richiamo di aria calda dal Nord Africa.
Sulle Alpi e le Prealpi si vede un diffuso sviluppo di nuclei temporaleschi
anche molto grandi. L'insorgere della forte tromba d'aria è da ricondursi
all'ulteriore potenziamento dei temporali. E' anche evidente che, nel momento
in cui questa immagine è stata presa, le celle più attive si trovano sul Piemonte
e sulla Liguria. Curioso è però notare, nelle carte fornite da Nicola, l'assenza
della corrente a getto sulla zona.
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