Tromba marina al largo di Marina di Pisa il 5 gennaio 2003

Foto e dati di Lorenzo Lippi
A cura di Mauro Giovannoni

Ecco alcune immagini, riprese da Lorenzo Lippi, di una tromba marina "invernale" formatasi, come molto spesso accade, nel tratto di mare compreso fra le città di Livorno (a sud) e La Spezia (a nord). Se si fa eccezione per il periodo febbraio-maggio, la costa dell'alta Toscana è interessata da un numero veramente notevole di questi fenomeni.
Il vortice è stato fotografato alle 13.03 del 5 gennaio da Bocca di Serchio (Pisa) in direzione Sud. Quindi, come testimoniato da Lorenzo, la tromba si è manifestata presso Marina di Pisa o Tirrenia.
La durata del fenomeno è stata di circa 5 minuti.

Ed ecco l'imbuto della tromba marina, apparire come un sottile crine all'orizzonte, sotto nubi cumuliformi. Il cielo non è coperto: l'immagine fa piuttosto pensare ad un contesto di variabilità perturbata postfrontale con spazi di blu intenso e cumuli più o meno imponenti. Non sembra comunque di riconoscere cumulonembi nella foto.

L'analisi della carta al suolo ci offre delle conferme. La situazione è delle 00 del 5 gennaio ossia 14 ore prima dell'evento preso in esame. Nelle ore successive il minimo di pressione, situato sul Nord Italia, tenderà a colmarsi e a spostarsi, frammentato, verso E e SE. Il contesto generale è dominato dalle correnti occidentali. In queste situazioni, nei mesi invernali, l'Italia è interessata alternativamente da correnti sudoccidentali e nordoccidentali comunque temperate e molto umide, di origine atlantica. Sul Mediterraneo entrano cioè moltissime perturbazioni da NW, con sistemi frontali da deboli a moderati, solitamente una dopo l'altra, con pause di tempo stabile poco durature. Il fronte freddo ha già interessato le coste dell'alta Toscana da molte ore ma, poichè la zona si trova nelle vicinanze del minimo, l'instabilità postfrontale sarà comunque presente. In prossimità di un mare caldo, in un inverno con caratteristiche comunque miti, tale instabilità potrà accentuarsi fino a produrre trombe o grandine. Il movimento dei corpi nuvolosi visibili nella foto è da NW verso SE. Possiamo dedurlo sia guardando la posizione delle isobare e del fronte freddo, sia ponendo attenzione alla nube a imbuto della tromba.
Nella maggior parte dei casi, infatti, la base di un tornado o di una tromba marina rimane sempre arretrata rispetto alla direzione di spostamento della meteora. Poiché quindi la sommità del vortice è inclinata verso Sud (in direzione del Sole appunto), quella sarà la sua direzione di spostamento. Naturalmente questa è un'analisi che non può essere considerata come universalmente applicabile a tutte le osservazioni sul campo o tutte le foto.

Bisogna evidenziare anche come tutto il contesto non è favorevole per lo sviluppo di trombe d'aria: il mare è mosso e sembra soffiare un forte vento (il vento intenso inibisce la formazione di trombe), il vento soffia dai quadranti settentrionali, siamo in gennaio e, soprattutto, le nubi sembrerebbero essere cumuli congesti di limitate dimensioni. Evidentemente hanno giocato un ruolo decisivo fattori orografici: nella fattispecie le catene montuose a N potrebbero aver sottratto molta umidità all'aria presente alle quote intermedie. Dato lo scarso soleggiamento (siamo vicini al solstizio d'inverno) l'energia messa a disposizione dai raggi solari penetrati fra i cumuli congesti è stata esigua. Ecco spiegato perché la meteora si è sviluppata intorno alle 13.00 quando il riscaldamento, seppur tenue, era al massimo.

Molto eloquente l'immagine satellitare. Possiamo vedere su tutta l'Umbria e sulla Toscana settentrionale nuvolosità a chiazze compatte, tipica di un contesto di instabilità perturbata. Il minimo, rispetto all'analisi delle 00 è spostato verso E e si trova sul Veneto.

In quest'ultima foto l'inclinazione dell'imbuto appare sempre più accentuata e la condensazione discontinua. L'energia cioè diminuisce e il fenomeno volge al termine.

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