Tornado
e trombe marine fra Riccione e Cattolica il 23 novembre 2001
Foto di Emanuele da Riccione e Andrea Marcolini
Cronaca dell'evento di Emanuele da Riccione
A cura di Mauro Giovannoni
Di seguito riportiamo la cronaca di una giornata del novembre 2001 in cui
la costa romagnola è stata interessata da uno spettacolare gruppo di trombe
marine. Una di queste si può classificare come tornado dal momento che ha
ragginto la costa sollevando detriti. L'evento meteorologico è stato osservato
naturalmente da moltissime persone e sono state colte immagini molto belle.
La prima serie di fotografie è di Andrea Marcolini mentre la seconda è di
Emanuele da Riccione autore della cronaca che segue.
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"Mi chiamo Emanuele e scrivo per raccontare quello che è successo il
giorno 23 Novembre nella zona tra Riccione e Cattolica in provincia di Rimini:
- MATTINATA: Tutto normale tempo poco nuvoloso con vento moderato da Ovest
- NordOvest.
- ORE 12: Si iniziano a vedere grossi cumulonembi in avvicinamento dal Mare
sospinti da forte vento da NordEst in quota.
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- ORE 16: Si alternano velocemente sole e nuvole, aumenta il vento al suolo
da Nord-Ovest.
- ORE 16.20: Strano effetto di luminosità nell'aria: il cielo inizia a diventare
improvvisamente giallo.
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- ORE 16.30: Si inziano a formare le prime due trombe marine in pieno Adriatico
a circa due miglia dalla costa.
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- ORE 16.35: Il vento, che spirava fin dalla mattinata da NordOvest, si placa
e inizia una leggerissima brezza da Sud - SudEst.
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- ORE 16.40: Si forma un'altra tromba marina ma questa volta molto vicina
alla costa. Nel cielo si intravedono nubi molto basse che si spostano con
movimento antiorario e la più vicina alla costa delle trombe marine riesce
a raggiungere la terra.
Si alzano in aria detriti da tutte le parti. Il piccolo tornado perde, col
passare dei secondi, la sua forza a contatto con il terreno e si divide in
due parti: una ancora a contatto con il suolo che forma una nuvola di detriti
e l'altra che ancora si contorce in cielo!
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- ORE 16.50: Il caos è finito, le trombe marine e la tromba d'aria si sono
ritirate completamente. Inzia a tuonare e a lampare e poco dopo inizia a piovere.
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E ora un'altra sorpresa: iniza un forte vento di Bora dal mare, la temperatura
si abbassa fortemente e da circa 11 gradi si arriva in breve tempo ad una
temperatura di 3-4 gradi. La pioggia si trasforma in nevischio mentre nel
primo entroterra iniziano a prodursi forti bufere di neve!"
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La descrizione dellevento, fornitaci da Emanuele, è molto puntuale e
permette, unita allanalisi delle carte meteorologiche, una buona ricostruzione.
Tutti i fenomeni descritti e fotografati sono stati causati dallingresso
nellAlto Adriatico di una massa di aria fredda e secca di origine polare,
convogliata verso il Mediterraneo da una bassa pressione centrata sui paesi
dellUnione Baltica. La depressione era in fase di colmamento ma laria
fredda in discesa generava nuovi minimi sul Mare Egeo e la Romania.
Fig._1 Il 23 novembre alle ore 00 UTC il fronte freddo, seguito
da una linea d'instabilità, si appresta a valicare le Alpi.
In questo caso specifico il fattore scatenante è risultato essere il contrasto
termico fra laria temperata e umida dellAdriatico e quella secca
e fredda in discesa verso S-SW. Statisticamente, nei mesi tardo autunnali,
le condizioni climatiche non favoriscono linsorgere di tornado nelle
zone continentali. La grande capacità termica dellacqua consente , di
contro, laccumulo di calore durante tutti i mesi con intenso soleggiamento.
Tale energia viene rilasciata nellatmosfera, molto lentamente, durante
il periodo autunno-inverno. Questo meccanismo è una caratteristica fondamentale
delle regioni con clima mediterraneo poiché permette di godere di inverni
miti e piovosi, soprattutto lungo le zone costiere. Una risorsa davvero vitale
per i primi insediamenti umani: calore per proteggersi durante i rigidi inverni
delle ere glaciali. E questo uno dei motivi per cui il Mediterraneo
è stato la "culla" di molte civiltà.
Il rovescio della medaglia è che nelle zone prospicienti il mare possono scatenarsi
fenomeni atmosferici violenti anche durante i mesi più freddi. Va comunque
detto che, nel caso specifico delle trombe daria, quelle che si sviluppano
sulle zone costiere sono nella maggior parte dei casi di intensità medio-bassa,
anche se comuni.
Cè uneccezione a quanto detto. Sulle grandi pianure degli Stati
Uniti, in un clima con forti caratteristiche continentali, non sono infrequenti
degli sciami "autunnali" che colpiscono specificamente nel mese
di novembre anche con tornado violenti. Questi tornado si associano al rapido
spostamento verso le latitudini minori dellarea di contrasto fra le
masse daria di origine polare e tropicale. Vedremo quindi sempre, nella
curva di distribuzione dei tornado statunitensi durante i mesi dellanno,
un picco apparentemente anomalo appunto nel mese di novembre.
Molto interessante
nella cronaca di Emanuele losservazione della direzione ed intensità
del vento. Notiamo come, in una prima fase, il vento si dispone perpendicolarmente
alla direzione di avanzamento dellaria fredda. Il fronte, infatti, proviene
da NE e laria scorre parallelamente ad esso e in direzione del minimo
di pressione: da NW appunto. Allapprossimarsi dei cumulonembi il vento
cala improvvisamente e comincia a spirare una brezza esattamente nella direzione
della base del temporale. In presenza di trombe daria i moti verticali
e quindi la convergenza al suolo sono accentuati ed è percepibile il flusso
daria che si muove verso la base del cumulonembo.
Dopo il passaggio della perturbazione il vento comincia a spirare dalla direzione
di provenienza della massa di aria fredda, solitamente da NW sulle nostre
regioni, nel caso specifico da NE. Il fronte, la linea di demarcazione fra
l'aria fredda entrante e quella preesistente, è passato, e così anche l'instabilità
e le formazioni cumuliformi da esso prodotti. La temperatura si abbassa, la
pressione sale rapidamente e nell'entroterra cominciano le precipitazioni
nevose, comuni alla base dei temporali tardo autunnali occasionati dall'ingrsso
di aria molto fredda continentale.
Riassumendo trombe d'aria in prossimità della costa, in un contesto di clima
mite, e neve nell'entroterra dove le temperature si abbassano facilmente per
irraggiamento durante le lunghe notti di novembre. Le precipitazioni nevose
alla base di temporali sono molto intense ma di breve durata e si trasformano
spesso in precipitazioni di neve tonda: piccoli chicchi biancastri,
opachi, simili a grandine ma molto più leggeri e comprimibili.
C'è infine un altro particolare di grande interesse. Guardando attentamente
le foto si può constatare come la tromba d'aria che riesce a muoversi sulla
terraferma appaia più sottile e la condensazione discontinua. Questo è dovuto
essenzialmente alla minore quantità di vapore acqueo disponibile e all'attrito
con il suolo che, indebolendo il vortice, fa salire la pressione al suo interno.
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