Il tornado di Caorle (VE) del 21 agosto 2004
Foto di Francesco
Gusso e Giorgio Nardi
A cura di Mauro Giovannoni
In questa pagina analizzeremo la tromba d'aria che si è abbattuta
su Caorle, provincia di Venezia, il giorno 21 agosto 2004. Sono giunte bellissime
immagini dell'evento, ritratte da due diversi testimoni oculari. Tutte le
foto mostrano la nube a imbuto del tornado non estesa fino a terra.
Fig. 1
Sebbene la condensazione non sia giunta fino al suolo, il vortice ha raggiunto
la superficie terrestre occasionando danni notevoli. Le prime due immagini
sono di Francesco Gusso e ritraggono le fasi iniziali di sviluppo della tromba.
L'asse di rotazione della funnel cloud (nube a imbuto) si presenta verticale.
Questa è una caratteristica comune di quasi tutti i tornado e delle
trombe marine alla loro genesi.
Fig. 2
E' inoltre ben visibile il movimento rotatorio della base del cumulonembo
riconducibile alla presenza del ciclone del tornado. Sembra
di poter escludere che la tromba d'aria sia del tipo "supercell".
Ovvero sia in queste foto che in quelle successive non si palesa la presenza
di una wall cloud organizzata, manifestazione visibile di un mesociclone attivo
nella troposfera. Naturalmente per una diagnosi definitiva occorrerebbe far
riferimento ai tracciati radar.
Le immgini che seguono sono state tratte da un video realizzato da Giorgio
Nardi. Il testimone ha anche inviato il racconto che segue, molto interessante
ai fini di una maggiore comprensione dell'evento.
Fig. 3
Porto S.Margherita
- Caorle
"Mi trovavo in vacanza con la famiglia in località Porto S. Margherita,
vicino a Caorle.
La mattina del sabato 21 agosto 2004, era stata caratterizzata dalla presenza
di nubi stratiformi e cumuliformi che da terra si dirigevano verso il mare.
Le nubi stavano via via diventando sempre più vicine e minacciose,
al punto da indurci a lasciare la spiaggia per rientrare nel nostro residence.
Eravamo sulla via del ritorno ed erano circa le 12,15 quando in direzione
N/E, all’altezza di Carole, ho individuato nel cielo un cono di nubi
che girava vorticosamente in senso orario.
Il fenomeno, di breve durata (circa 3 minuti) ha attirato , oltre alla mia,
l’attenzione di qualche turista che si fermava incuriosito ad osservare
il vortice.
Attirato da questo strano fenomeno ho cominciato a scrutare il cielo con maggiore
attenzione e, con grande sorpresa, mi sono accorto della presenza di piccole
e sottili “proboscidi” che si andavano formando per poi svanire
nel giro di poco tempo.
Fig. 4 Un'ora prima che la tromba d'aria toccasse
terra piccole nubi a imbuto si rendevano visibili nel cielo. E' noto
come simili manifestazioni possano precedere l'insorgere dei tornado.
Sinceramente ero molto eccitato da questa strana situazione, anche perché
era la prima volta che assistevo ad un simile “spettacolo”.
Eravamo rientrati nel nostro appartamento e, dopo avere finito di mangiare,
stavamo riordinando la cucina, quando il cielo si è improvvisamente
oscurato. Erano circa le 13,30 e una folata di vento molto forte fece sbattere
le finestre e sollevò una grande polvere. Nel contempo sentimmo la
voce di un uomo che gridava di mettersi al riparo perché stava arrivando
una tromba d’aria.
Istintivamente sono corso a prendere la telecamera e mi sono precipitato nell’area
del parcheggio del residence.
Sono così riuscito ad effettuare un filmato della durata di circa 5
minuti che riprende la tromba d’aria che, come leggemmo dai quotidiani
locali del giorno dopo, scoperchiò una quarantina di case e causò
dei danni nella zona di Caorle.
Il fattore che maggiormente mi colpì, fu la velocità di rotazione
delle nuvole all’interno del vortice, soprattutto all’apice inferiore
della depressione.
Nell’auspicio di soddisfare la curiosità di altri amici appassionati
di meteorologia, allego le immagini ricavate dal filmato digitale".
Giorgio Nardi
Fig. 5
Molto interessante nel racconto è l'osservazione di piccole nubi a
imbuto alle ore 12.15. E logico supporre, per il manifestarsi di
questo evento insolito, che in quelle ore e su quella zona le condizioni sinottiche
fossero estremamente favorevoli all'insorgere di un tornado.
Fig. 6
Probabilmente anche il riscaldamento solare fra le 12 e le 13.30 ha giocato
un ruolo decisivo permettendo a uno dei vortici di raggiungere infine il suolo.
E' del resto normale osservare in estate un aumento dell'instabilità
verticale nelle prime ore del pomeriggio: tale fenomeno si manifesta spesso
con l'evoluzione e la crescita di formazioni cumuliformi già presenti
durante la mattinata.
Ma la semplice instabilità pomeridiana non può da sola dare
luogo ad un fenomeno così intenso. Le cause principali vanno ricercate
altrove: in particolare individueremo nelle quote medie e superiori delle
caratteristiche tipicamente osservate nei quadri sinottici in cui si sviluppano
le trombe d'aria.
Fig.
7-10
Nelle ultime quattro immagini della sequenza possiamo apprezzare le fasi di
assottigliamento (shrinking stage) e di decadimento (decaying stage) del tornado.
La nube a imbuto mostra delle perturbazioni, delle irregolarità
nei bordi, e si contorce, assumendo la tipica forma a corda: nel filmato
il fenomeno si può apprezzare molto chiaramente. Notevole è
anche il vento che soffiava nella posizione da cui è stata fatta la
ripresa: i rami degli alberi inquadrati si muovono vigorosamente e nell'aria
volano molte foglie.
Torniamo all'analisi sinottica e al riconoscimento di alcuni fattori importanti.
Ci serviamo di carte di reanalisi del NCEP (http://www.cdc.noaa.gov/HistData/)
che forniscono la media di una grandezza fisica calcolata sulla durata dell'intera
giornata del 21 agosto.
Sono sembrate significative, in particolare, la velocità del vento
intorno ai 9500 metri e la scarsa umidità alla quota di 500 hpa.
Importante, in primo luogo, la presenza della corrente a getto sul Centro-Nord
della penisola italiana.
Fig. 11
Da un'analisi più approfondita, compiuta facendo riferimento al
sondaggio di Udine del 21 agosto 2004 alle ore 12Z, possiamo evincere valori
della velocità del vento alla quota di 300 hpa pari a 80 nodi. La
direzione del vettore è da sud-ovest verso nord-est, come confermato
dalla carta qui sopra. Notiamo come il valore di 80 nodi ovvero 41
m/s non si possa evincere dalla carta di reanalisi (Fig. 11) per quella zona.
Questo a dimostrazione del fatto che i dati delle reanalisi, soprattutto se
calcolati sulla media giornaliera come in questo caso, possono fornire solo
indicazioni di massima e non possono al momento offrire uno strumento di ricerca
preciso. Meglio quindi basarsi sui valori forniti dal sondaggio anche se,
a distanze di decine di chilometri dalla base di lancio del pallone sonda,
tali dati possono a loro volta non essere significativi per altri ed evidenti
motivi.
Fig.12
Importante è anche la presenza di aria molto secca alle quote medio
alte. La scarsa umidità dell'aria alla quota di 500 hpa è evidenziata
nella carta qui sopra (Fig. 12). La presenza di aria molto secca in quota
favorisce l'instabilità atmosferica soprattutto se nei bassi strati
vi è un accumulo di aria umida. A tal proposito si tenga in considerazione
la vicinanza al mare della zona in cui l'evento ha avuto luogo. L'evaporazione,
soprattutto nei mesi estivi, fa salire notevolmente l'umidità nei bassi
strati nelle zone prospicenti le coste.
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