Il
tornado abbattutosi nella zona di Cadelbosco e Cella (RE) il 17 luglio 1997
A cura di Mauro Giovannoni
Questa foto, scattata dall'Ing. Carlo Grasselli nella zona di Cadelbosco di
Sotto, mostra la tipica forma ad imbuto stretto con cui si presentano i tornado
nel nostro paese. L'aspetto sinuoso di una tromba d'aria può essere indice
di potenza limitata. L'analisi morfologica però non deve essere considerata
come un parametro valido perchè il vortice può intensificarsi improvvisamente
e soprattutto perchè alcuni tornado forti possono assumere un aspetto innocuo.
E' superfluo inoltre ricordare che le trombe d'aria, per quanto deboli, rappresentano
sempre un pericolo per le persone e le cose.
L'opinione comune secondo cui il cono è costituito da polvere sollevata da
terra è sbagliata: in realtà esso è una nube a tutti gli effetti formata da
goccioline d'acqua.
Il meccanismo è il seguente: l'aria calda e umida viene risucchiata nella
parte inferiore del vortice. Poichè all'interno del tornado la pressione è
molto bassa, l'aria, appena entrata nell'imbuto, si espande. Questa espansione
ne provoca il raffreddamento e quindi la condensazione. Inoltre, in seguito
a tale condensazione, l'aria libera calore latente e contribuisce al mantenimento
del vuoto parziale all'interno della tromba.
Questo ciclo, continuamente attivo durante la vita di un tornado, da luogo
a un processo di condensazione violento e tumultuoso. Se il tornado attraversa
superfici povere di polvere e detriti (boschi, ecc.) il generarsi continuo
della nube a imbuto al livello del terreno può dare l'impressione di una massa
vaporosa che fuoriesce dal suolo. E' per questo motivo che gli antichi pensavano
che le trombe d'aria fossero fenomeni provenienti dalla terra. Molto spesso
però una "guaina" di polvere circonda la parte inferiore dell'imbuto
nascondendolo ai nostri occhi.
Le immagini sotto riportate, si riferiscono allo stesso tornado. La tromba
d'aria, abbattutasi il 17 luglio 1997 su una parte della provincia di Reggio
Emilia, è visibile nella prima figura e alla sua base si può scorgere il sollevamento
di detriti.
I danni, valutati
in diversi miliardi di lire, hanno interessato soprattutto la zona di Cadelbosco
e Cella. Si possono vedere alberi sradicati o spezzati, tetti scoperchiati
e danni a varie strutture (silos, ecc.). Si sono registrati anche alcuni feriti
colpiti da calcinacci e tegole. Il traffico provinciale è andato per alcuni
minuti in tilt e anche in autostrada i mezzi sono stati costretti a fermarsi
e trovare riparo dalla furia del vento.
Il tornado può essere inserito nella categoria F1 della scala Fujita: la velocità del vento ha cioè raggiunto punte di
180 Km/h.
Analizzando nella prima immagine di questa sequenza l'aspetto della base della
nube temporalesca si può supporre che la tromba d'aria discendeva da una supercella:
purtroppo però, senza la conferma fornita da un'immagine radar, la natura
mesociclonica non può essere confermata.
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